Quante stelle ha l’Hotel Amicizia?
Siamo il primo hotel in italia a non pubblicizzare le stelle. Siamo impazziti? Probabilmente no e di seguito vi spieghiamo anche il perché.
“Ma quante stelle ha il vostro hotel?”
Questa è la domanda che ci sta facendo chi vede il nuovo Hotel Amicizia.
La risposta che gli diamo è semplice: “diteci voi, dopo aver visto o provato l’hotel, quante ne meritiamo”
Non vogliamo sembrare modesti ma vogliamo lasciar giudicare a voi.
Perché questa decisione?
Il motivo è semplice, la classificazione oggi come oggi non ha senso, viviamo in un mondo connesso e dominato dai social, viviamo in un mondo ormai più virtuale che reale dove i pareri di tutti sono condivisi in una nuova forma di passaparola digitale.
Il turismo richiede soluzioni sempre più personalizzate, gli hotel si stanno specializzando in nicchie di mercato, si pensi solo agli hotel specializzati nell’ospitalità di turisti che hanno un cane al seguito, con gli alberghi che hanno l’arte come tema dominante, l’hotel costruito nel ghiaccio. Tutto questo un po’ stona con l’idea di standardizzazione e mancanza di personalizzazione dettata dalla classificazione in stelle.
Inoltre lo scenario aperto dal meccanismo delle recensioni fa si che sia tutto alla luce del giorno. Il turista è perfettamente in grado di capire non solo il tipo di servizio offerto ma soprattutto il livello qualitativo del medesimo. Ovviamente quando leggete le recensioni rivolgetevi ad un portale affidabile che pubblica solo recensioni di chi ha realmente soggiornato.
Al contrario con il meccanismo ormai obsoleto della classificazione il turista sa solo che in un 3 stelle ci sono determinati servizi mentre un 4 stelle ne offre alcuni in più. Infine ogni regione ha la sua classificazione (giustamente visto le diversità delle regioni italiane).
Questo si traduce in una mancanza di informazione “vera”, slegata dalla qualità, dall’emozionalità che un hotel è in grado di offrire. Per questo motivo se ci chiedete quante stelle abbiamo vi risponderemo semplicemente “provate e giudicate”.